Alle volte le parole sono insufficienti a tradurre le emozioni che alcuni oggetti sanno trasmettere attraverso la pura materia."I dipinti tessuti " (rubando una felice definizione non mia ) di Rita Ettore, realizzati con sapienza antica, ma in chiave assolutamente contemporanea, sono l'occasione per ripercorrere la storia delle tecniche artistiche con uno sguardo che non si accontenta di soffermarsi unicamente sulla pittura, ma deve necessariamente abbracciare ogni manifestazione di arte visiva, dall'arazzo alla tela, dai tessuti in succhi d'erba all'intarsio.

Stupisce, ad un'osservazione ravvicinata di queste rare opere, la perfezione di una tecnica minuziosa che non tralascia alcun dettaglio nell'esigenza di definire profili, volumi, forme, e che al tempo stesso non si esaurisce in un semplice sfoggio di virtuosa esecuzione, ma colpisce gli occhi e la mente di chi osserva, comunicando sensazioni forti e stimolando la curiosità di quanti, increduli, vorrebbero toccare per verificare, con il tatto, le emozioni provate.

Rita Ettore non rinuncia al figurativo, anzi dà forza ai soggetti che sceglie, associando alle immagini titoli evocativi che spesso si prestano ad interpretazioni doppie, quasi a voler lasciare spazio, perché chiunque le osservi possa, assecondando il proprio sentire, attribuire alle opere significati diversi.

Istanti rubati, storie sospese come fotogrammi di cui, senza essere visti, si possa cogliere un prima ed intuire un dopo in una sequenza, guidata dall'artista, ma non imposta, di emozioni che per alcuni attimi si fermano sulla tela grezza. Così sfilano davanti agli occhi "Cappelli in affascinazione", "Ingenua imprudenza", "Appesi ad un filo... che li cuce", "Sole", "Finalmente... per un po'", tasselli silenziosi di una vita che scorre, fermati sulla tela da un ago che dipinge. E la composizione, la scelta delle inquadrature, il punto di vista, non sono mai banali e di rado si affidano ai consueti principi di simmetria: spesso la scena si riproduce di scorcio o impone una visione dall'alto che, lasciando ampio spazio al fondo, necessariamente isola dettagli significativi tralasciandone altri che vengono solo suggeriti e non svelati: eppure riesce facile immaginare espressioni, atteggiamenti, volti di personaggi muti e raramente riprodotti.

Non pare semplice associare a questo genere di arte un precedente in termini tecnici o stilistici semmai le atmosfere evocate da Rita Ettore potrebbero rimandare alla estetica del realismo magico o del primo surrealismo, dove in chiave onirica, oggetti comuni e riconoscibili vengono decontestualizzati e ricomposti in termini metafisici, secondo dinamiche non sempre interpretabili sul solo piano razionale. Al tempo stesso l'efficacia comunicativa di queste immagini trova riscontri con la più raffinata grafica pubblicitaria e con l'ironica illustrazione americana del dopoguerra.

Il disegno, che pure rappresenta il primo indispensabile momento creativo, nella definizione dei soggetti, viene in qualche misura annullato nell'applicazione dei singoli frammenti di diverso tessuto, sapientemente selezionati in funzione della materia cui devono riferirsi e fermati con punti ravvicinati sulla tela grezza. Le evidenti cuciture realizzate non a caso dall'artista, recuperano segni grafici forti ed essenziali a definire i volumi, raramente il pennello rafforza ombre con tratti veloci e mai insistiti, mentre l'accostamento ragionato dei tessuti dalle trame diverse, genera consapevoli giochi di luce ed ombre, affidando alle naturali leggi di rifrazione gli effetti di profondità e tridimensionalità cercati. Così, come d'incanto, sul solo piano di fondo le immagini assumono corpo, spessore, volume, vita e si dispongono sulla tela secondo ferree regole prospettiche ad evocare la terza dimensione.

Certamente, l'esperienza vissuta nel campo dell'oreficeria, la conoscenza profonda delle tecniche del disegno e della realizzazione di oggetti preziosi di piccole dimensioni può rappresentare un elemento utile a spiegare, nel lavoro di Rita Ettore, l'estrema accuratezza nell'esecuzione in ogni fase, dall'idea alla realizzazione ultima, così come l'amore per i tessuti rivela l'abilità nella scelta e nell'accostamento dei singoli frammenti di stoffa, ma questo non basta a dare ragione di una produzione artistica che non si esaurisce nella perizia tecnica ma coinvolge l'Anima.

Valentina White,
Gennaio 2006

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